VI – “No sognatori o perditempo”

🏕️ Parte sesta

Tredicesimo giorno: da Ortona (CH) a Margherita di Savoia (BT).

Dopo una notte piovosa nel parcheggio dello stadio di Ortona, il mattino del 31 agosto ci svegliamo con calma e riposati e possiamo finalmente fare una colazione decente con tanto di caffè. Riaccendo il generatore per cercare di tenere almeno il frigorifero funzionante avendo comunque avuto cura, la sera precedente, di parcheggiare piuttosto distante dagli altri camper lì in sosta e, nonostante la giornata paia essere serena, decido di rimettermi direttamente in viaggio anche perché non ero riuscita a trovare null’altro che non fosse mare da visitare nei paraggi e che comunque avesse solleticato il nostro interesse. E poi gli imprevisti affrontati mi avevano messo a dura prova, avevamo bisogno di una tregua, di un po’ di relax in una situazione molto tranquilla.

Dopo la colazione e dopo aver riordinato tutto, ci prepariamo per affrontare il prossimo spostamento sempre più verso casa. La prossima meta che ci attendeva era in Puglia, esattamente Santa Margherita di Savoia e magari le sue saline, questa volta però abbiamo scelto di sostare in campeggio, con tutti i servizi e magari sul mare, per poter affrontare quest’ultimo momento del nostro viaggio in tutta serenità.

La nostra scelta è ricaduta sul Tamerigi Village, anche dopo aver valutato una precedente area sosta molto spartana, con tutti i servizi e le docce esterne (fredde) che, nonostante costasse la metà rispetto alla nostra scelta, era completamente deserta anche se con accesso alla spiaggia libera. Ma se doveva essere relax dovevamo poterci rilassare e godere di una bella vista e poi ci saremmo fermati solo un giorno per cui almeno sarebbe stato “un giorno da leoni”.

Foto 1, l’area sosta scartata.

Durante il tragitto abbiamo fatto rifornimento sia di diesel per il camper che di benzina per riempire la tanica destinata al generatore del quale controllavo costantemente il display per controllare quando andasse in riserva.

Il generatore, sul display, non ha mai indicato niente ma si è improvvisamente spento per cui gli ultimi chilometri li abbiamo fatti a frigo spento, la 12 volt non ha mai funzionato granché.

Una breve sosta lungo la Statale Adriatica è servita per poter consumare un pasto veloce, non ho voluto prolungare il percorso per cercare un supermercato per cui i successivi pasti non hanno incluso frutta e verdura fresca.

Siamo arrivati in campeggio nel pomeriggio, dopo aver attraversato zone paludose dove stanziavano dei meravigliosi fenicotteri rosa che purtroppo non sono riuscita a fotografare al momento, ma tanto già mi immaginavo che il giorno dopo avremmo visitato le saline e li avremmo avvicinati e guardati con calma. Collocato Vanilla nell’ area destinata ai camper, attaccata la presa di corrente alla colonnina, mi sono messa a riempire il serbatoio del generatore ma l’ inesperienza mi rendeva complicato già solo aprire il tappo. Per fortuna un gentilissimo vanista tedesco, vedendomi in difficoltà è corso in aiuto. Purtroppo, poco dopo, mi sono sentita costretta a richiedere nuovamente aiuto al berlinese con il mio inglese all’ italiana perché nel riempire il serbatoio di combustibile questo fuoriusciva. Lui ha preso i guanti e, mentre versava il liquido nel serbatoio, mi ha spiegato che dovevo versarlo molto lentamente perché non strabordasse. E anche questa lezione l’abbiamo appresa.

Foto 2.

Il pomeriggio è trascorso passeggiando in spiaggia ed esplorando il camping, abbiamo finalmente tirato fuori tavolino e sedie e cenato in veranda, senza aprire la veranda, col fresco.

Col vicino tedesco avrei voluto contraccambiare la gentilezza offrendo a lui e alla compagna un caffè ma credo di aver fatto la magrissima figura di chiederglielo mentre erano intenti a prendere un romantico aperitivo al tramonto. Alla fine chissenefrega della figuraccia, a buon rendere!

Foto 3.
Foto 4.

Un’ altra giornata è giunta a termine, il mattino seguente saremmo andati al mare per cui con una serenità diversa siamo andati a letto, la strada verso casa era sempre più vicina e intanto dentro di me le sensazioni si susseguivano contrastanti: da una parte la voglia di tornare per rimettere a posto il camper e fargli un check up completo, dall’ altra l’ amarezza di interrompere un viaggio che nelle pianificazioni sarebbe dovuto durare tanto di più e prevedere molte più tappe e soprattutto soste più serene. Oramai avevamo preso confidenza col mezzo e con la strada e l’idea di essere di nuovo ingabbiati dalla routine quotidiana attanagliava lo spirito libero che mi alloggia dentro.

Quattordicesimo giorno: Margherita di Savoia e poi casa.

Sarà che eravamo arrivati al primo giorno di settembre e che era finita l’ alta stagione, alcuni servizi che avrei pagato a parte il giorno prima ci sono stati poi inclusi nel prezzo.

La sera precedente mio figlio aveva voluto aiutarmi nella manutenzione delle acque nere e nel predisporre il camper ad affrontare il viaggio di ritorno, anche lui era entrato nell’ ottica di idee che, se avremmo viaggiato da soli anche in futuro, avrebbe dovuto e voluto imparare ad essere autonomo nell’ aiuto gestione, già mi aveva fatto da navigator durante gli spostamenti seguendo la carta stradale, le indicazioni segnaletiche e trovando conferma su maps lungo il percorso.

Ci siamo dunque svegliati abbastanza presto, fatto la solita colazione e preparati per la spiaggia, abbiamo preso un ombrellone in prima fila e ci siamo immersi con i piedi in acqua, il riposo del giorno precedente insieme all’ acqua fredda del mattino sono stati un buon toccasana per la prima distorsione. Il sole, il mare calmo, l’acqua cristallina, l’assenza di vento con la spiaggia semideserta era tutto ciò di cui avevamo bisogno in quel momento.

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Video 1.
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Risaliti dalla spiaggia ci siamo docciati, vestiti, phonati i capelli e preparati per il pranzo.

Nonostante i fallimentari tentativi del giorno precedente ho provato a contattare le saline per programmare una visita ma ai numeri trovati in rete non ha mai risposto nessuno. Per cui abbiamo deciso di fare un tentativo passandoci direttamente, tanto era di strada.

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Alla fine però ci siamo dovuti accontentare di qualche scatto fatto dalla strada, il che rende veramente poco di quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato. Sicuramente è una cosa che intenderò visitare in un futuro spostamento, magari più breve e dedicato quasi esclusivamente a quella tappa.

Foto 16, saline.

Fossi stata più rilassata avremmo trascorso anche un altro giorno lì ma oramai eravamo agli sgoccioli, ne avevamo affrontate e superate parecchie tutte in una volta, avevamo necessità di carburare io e di tornare alle sue cose mio figlio per cui non abbiamo inserito ulteriori tappe e, anche se fossimo rientrati a notte inoltrata, dovevamo tornare a casa. Dove ad accoglierci abbiamo trovato una meravigliosa luna rossa.

Foto 17.

Info utili.
Il Tamerigi Village in effetti è un lido trasformato in area sosta con qualche bulgalow, sono presenti quasi tutti i servizi tranne lo scarico delle acque grigie. A parte si pagano l’ombrellone con le sdraio e i gettoni per le docce che sono riscaldate dal sole per cui non è consigliabile fare una doccia di sera.
Sul lido sono presenti un ristorante e un bar, ma per fare la spesa o qualche acquisto bisogna andare nel centro più vicino che non è raggiungibile a piedi.
I cancelli del lido chiudono alle 18 per cui, pur rimanendo del personale presente sul posto, dopo quell’ ora non si entra o si esce coi mezzi. Essendo un lido, finita la stagione estiva chiude. La stagione estiva si conclude dopo la prima settimana di settembre.

Ho scelto di scrivere questo diario per mio figlio, perché rimanesse memoria di questo nostro primo viaggio con Vanilla.
A ben pensarci ho impiegato più tempo a raccontare questa nostra prima esperienza in camper che a viverla. Sicuramente ne vivremo tante altre, anzi dopo la riparazione del mezzo da quelle piccole cose che sono venute fuori durante questo viaggio, dovremmo testare i lavori fatti. Non sono così sicura invece che racconterò i viaggi futuri in camper come ho fatto con questo, ma chissà?
Ringrazio chi ci ha seguito fino a questo ultimo paragrafo che in realtà quando ho cominciato a raccontare del viaggio pensavo di descriverlo in un unico articolo.
Nella vita però non tutte le cose vanno sempre come noi le abbiamo immaginate. Proprio come nella vita, sono i tanti imprevisti che ti si presentano durante il percorso a rendere un semplice viaggio una meravigliosa avventura.

Maria Di Sarno

Pubblicato da madisa mariadisarno

Cresciuta sotto i piedi del Vesuvio... Eccolo lì: sotto la calma apparente di un monte rigoglioso e fertile vive un vulcano vivo, attivo, esplosivo...

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